La risoluzione di Lahore: un atto di sfida contro il dominio britannico e l'inizio di una lotta per l'autodeterminazione

blog 2024-11-30 0Browse 0
La risoluzione di Lahore: un atto di sfida contro il dominio britannico e l'inizio di una lotta per l'autodeterminazione

Il 23 marzo 1940, la città di Lahore nel Punjab divenne palcoscenico di un evento storico che avrebbe segnato profondamente il futuro del subcontinente indiano: la risoluzione di Lahore. Questa risoluzione, proposta e approvata dalla Lega musulmana, presieduta dal saggio e carismatico Muhammad Iqbal, poneva le basi per la creazione di uno stato indipendente per i musulmani indiani. Fu un atto di sfida contro il dominio britannico, che fino a quel momento aveva trattato le aspirazioni nazionaliste delle diverse comunità religiose con diffidenza e paternalismo.

La risoluzione di Lahore non nacque dal nulla. Negli anni ‘30, la Lega musulmana, guidata da Muhammad Ali Jinnah, un avvocato brillante e inflessibile, aveva iniziato a mobilitare l’opinione pubblica musulmana, sottolineando le crescenti disparità economiche e sociali che affliggevano questa comunità sotto il dominio britannico. I musulmani, costituivano la maggioranza della popolazione in alcune province, ma erano spesso discriminati nei settori del lavoro, dell’istruzione e dell’amministrazione.

Inoltre, l’ascesa del nazionalismo indù negli anni ‘30 aveva acuito le tensioni tra le due comunità religiose. Il Congresso nazionale indiano, guidato da figure come Mahatma Gandhi, Jawaharlal Nehru e Sardar Vallabhbhai Patel, sosteneva un’India unita e indipendente, ma i musulmani temevano di essere marginalizzati in una nazione dominata dagli indù.

In questo contesto, la risoluzione di Lahore fu vista come un compromesso necessario per garantire la sicurezza e il benessere dei musulmani indiani. La risoluzione non proponeva la separazione immediata da un’India indipendente, ma affermava che le zone con una maggioranza musulmana avrebbero dovuto avere la possibilità di autodeterminarsi, formando una “nazione musulmana” all’interno di un India federale.

L’evento del 23 marzo 1940, fu accompagnato da un grande fervore popolare. Decine di migliaia di persone si riunirono a Lahore per ascoltare gli oratori della Lega musulmana, che esposero con passione e argomentazione le ragioni della risoluzione. L’atmosfera era carica di entusiasmo e speranza: i musulmani vedevano nella risoluzione di Lahore un passo decisivo verso la realizzazione dei loro sogni di libertà e giustizia.

Le conseguenze della risoluzione di Lahore

La risoluzione di Lahore ebbe un impatto profondo sulla politica indiana. Il Congresso nazionale indiano, inizialmente scettico nei confronti della proposta, dovette confrontarsi con il crescente sostegno popolare alla Lega musulmana. I negoziati tra le due organizzazioni si intensificarono negli anni successivi, ma non riuscirono a trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti.

La Seconda Guerra Mondiale, scoppiata nel 1939, aggravò ulteriormente la situazione. L’impegno dell’India britannica nel conflitto alimentò l’aspirazione all’indipendenza di entrambe le comunità. Nel 1946, il governo britannico, ormai indebolito dalla guerra e di fronte a crescenti pressioni, decise di concedere l’indipendenza all’India.

Il processo di divisione del paese fu drammatico e violento. Migliaia di persone persero la vita negli scontri interreligiosi che scoppiarono nei mesi successivi alla partizione. Il 15 agosto 1947, nacque l’India indipendente, ma la divisione in India e Pakistan non riuscì a sedare le tensioni tra le due comunità.

La risoluzione di Lahore rimane un evento chiave nella storia del subcontinente indiano. Ha segnato l’inizio della lotta per una patria musulmana, che si concretizzò con la nascita del Pakistan nel 1947. Tuttavia, la partizione dell’India ebbe conseguenze tragiche e le tensioni tra India e Pakistan persistono ancora oggi.

Ubaidullah Sindhi: Un pioniere dimenticato della Lega musulmana

Nel panorama politico tumultuoso che precedette la risoluzione di Lahore, un nome spesso passa inosservato: Ubaidullah Sindhi. Questo intellettuale pakistano, nato nel 1872 a Karachi, fu uno dei pionieri della Lega musulmana e un convinto sostenitore dell’autodeterminazione per i musulmani indiani.

Sindhi studiò legge in Inghilterra e lavorò come avvocato prima di dedicarsi alla politica. Fu un figura carismatica e influente, capace di unire le diverse correnti di pensiero all’interno della comunità musulmana indiana.

Negli anni ‘20, Sindhi iniziò a criticare la politica del Congresso nazionale indiano, che secondo lui non faceva abbastanza per tutelare gli interessi dei musulmani. Fondò la “Partito Musulmano” nel 1923, un precursore della Lega musulmana, e avviò una campagna di sensibilizzazione sull’importanza dell’unità musulmana.

Sindhi fu anche un importante teorico politico. Scrisse numerosi saggi e articoli in cui esponeva la sua visione di uno stato musulmano indipendente, basato su principi di giustizia sociale e uguaglianza per tutti i cittadini.

Nel 1938, Sindhi partecipò alla riunione annuale della Lega musulmana a Delhi. I suoi interventi durante il congresso furono cruciali nel convincere Muhammad Ali Jinnah ad abbracciare la causa dell’indipendenza del Pakistan.

Il ruolo di Ubaidullah Sindhi nella risoluzione di Lahore

Sebbene non fosse presente alla riunione in cui fu approvata la risoluzione di Lahore, Ubaidullah Sindhi contribuì significativamente all’ambiente politico che portò a quest’evento storico. Il suo impegno per l’unità musulmana e la sua visione di uno stato indipendente ispirarono molti leader della Lega musulmana, incluso Jinnah stesso.

Sindhi morì nel 1952 a Karachi, poco dopo la nascita del Pakistan. Nonostante la sua morte prematura, il suo contributo alla lotta per l’indipendenza dei musulmani indiani è indubbiamente importante. La sua visione di una società giusta ed equa continua ad ispirare generazioni di pakistani e serve come un potente monito per la necessità di costruire un futuro migliore per tutti.

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